Una gita tra i boschi del Vesuvio
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Il Vesuvio è il vulcano più famoso del mondo. Il suo caratteristico ecosistema però non gode della stessa notorietà, anche se ha avuto più di un riconoscimento. Nel 1991 si è costituito il “Parco Nazionale del Vesuvio” e proclamato dall’U.N.E.S.C.O. riserva internazionale della biosfera. Tali riconoscimenti attirano un numero limitato ma altamente qualificato di turisti. Il turismo di massa si limita all’escursione sul cratere, visitato da seicentomila persone all’anno. Un turismo più culturale e qualitativo vede interessati i visitatori della storica sede dell’ “Osservatorio Vesuviano” istituzione scientifica all’avanguardia nella prima metà del XIX secolo, voluta da Ferdinando II nel 1841. Il “Parco Nazionale del Vesuvio” è esteso 84,82 chilometri quadrati. Il più piccolo parco nazionale d’Italia ma certamente tra i più ricchi di storia e di cultura nel mondo. Il cuore dell’area protetta è l’ex riserva dello stato “Tirone Alto Vesuvio” che ha una superficie di 10,05 chilometri quadrati. L’ecosistema è fortemente influenzato dall’attività eruttiva che nei millenni ha coinvolto le sue pendici. Infatti, su una superficie di poche migliaia di ettari, è possibile osservare come nel corso del tempo, dopo un’eruzione, la vegetazione si evolveva dalle piante pioniere (i licheni) alla macchia fino ai vari tipi di bosco. La vegetazione nella maggior parte del “Parco” cresce rigogliosa, eccetto nelle zone delle recenti colate laviche sulle cui rocce vive una rara specie di lichene che cresce solo sul Vesuvio: lo “Stereocaulon vesuvianum” dal colore grigio argenteo. I boschi a secondo delle zone sono costituiti da pinete, lecceti e castagneti. In alcune aree la vegetazione è costituita da macchia mediterranea; diffusissime sono le ginestre ma anche i corbezzoli. Nel “Parco Nazionale del Vesuvio” sono presenti 906 specie vegetali. 150 specie di uccelli tra quelli stanziali e migratori, infatti quest’area è un’importante tappa per le migrazioni che dell’Africa sud-Sahariana giungono all’Europa centro-orientale. 30 le specie di mammiferi, 12 le specie tra anfibi e rettili. Sono presenti anche 23 specie di orchidee selvatiche.
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Un grande vialone sterrato, che inizia un poco più a monte dell’Osservatorio Vesuviano, attraversa i boschi a monte di Ercolano e Torre del Greco. Sono diffusi i pini domestici e quelli marittimi. Tra questi alberi s’alternano i lecci. Nei punti dove la strada attraversa le colate laviche è possibile vedere il panorama del golfo di Napoli, tra i più belli ed immortalati in ogni forma d’arte del mondo. Questo vialone sterrato termina su una grande strada cementata. Questa strada fu fatta costruire negli anni venti su un progetto che prevedeva un percorso lastricato che partendo da Boscoreale doveva arrivare fino al cratere. Purtroppo solo un tratto che parte da Boscoreale e arriva intorno agli ottocento metri è stato costruito e lastricato, mentre il resto del percorso è sterrato, ma comunque arriva fin quasi al cratere. Lungo questa via è possibile osservare prima i pini, poi salendo le ginestre, e in prossimità del cratere il suolo brullo privo di vegetazione. Bellissimi sono i boschi del monte Somma costituiti da castagneti. La vegetazione rigogliosa consente al visitatore, che si reca in primavera o in estate, di passeggiare immerso nel verde. In alcuni punti la luce del sole filtrando tra gli alberi emette un raggio verde particolarmente suggestivo. In autunno il fogliame degli alberi fa assumere ai boschi un incantevole color oro che ricorda i fantastici boschi di “Lorien” descritti nel “Signore degli Anelli”. In inverno attraversando gli stessi luoghi è possibile osservare il panorama delle cittadine ai piedi del monte Somma. Paesaggio non visibile nelle altre stagioni perché gli alberi ricoperti di foglie creano un manto verde quasi impenetrabile. Sul Somma si possono osservare i canaloni fatti costruire in epoca borbonica per convogliare le acque piovane. Queste opere furono costruite in pieno rispetto dell’ambiente non essendo invasive e utilizzando la stessa pietra della montagna. Un'altra escursione interessante è recarsi dal piazzale dove arrivano i pulman per il cratere alla zona meridionale della “Valle dell’Inferno”. La vegetazione nei punti più assolati e dove le lave sono abbastanza recenti è costituita da ginestre. Ci sono quattro specie diverse, tre autoctone più la ginestra dell’Etna importata negli anni venti. Queste piante a seconda della specie fioriscono tra marzo e giugno. Colorando il paesaggio di verde e giallo oro. Questa rigogliosa fioritura che copre aree estese è possibile osservarla anche a valle. Caratteristica è la fragranza che le ginestre emettono. La “Valle del Gigante” e la parte settentrionale della “Valle dell’Inferno” offrono un paesaggio lunare. Qui le colate laviche si sono frequentemente sovrapposte. Il suolo è costituito da rocce vulcaniche scure ricoperte dallo “Stereocaulon vesuvianum” che danno alla zona un colore argenteo. La passeggiata in questi luoghi è consigliata solo agli escursionisti più esperti, ma il paesaggio è emozionante, partendo dall’Osservatorio, la cima del Vesuvio maestosa è brulla, è sulla destra, mentre la parete a picco del Monte Somma è a sinistra. E’ possibile ascendere al Vesuvio da San Sebastiano, lungo il percorso dell’antico treno a cremagliera, o da altri punti come Ercolano o Torre del Greco. Durante le passeggiate muovendosi con circospezione non è difficile sorprendere alcuni mammiferi selvatici come la volpe, il ghiro, il porcospino, la donnola ecc. Più facile è l’osservazione degli uccelli. Infatti si può alzare in volo qualche rapace o qualche passeraceo. Un’escursione all’interno del “Parco Nazionale del Vesuvio” consente in poche ore di conoscere un ecosistema unico, entrare in contatto con la realtà di un vulcano attivo e vedere paesaggi e panorami unici. Il tutto però non completa la visita. A fine escursione è consigliabile fermarsi in uno dei numerosi ristoranti della zona è degustare un menù a base di pietanze tipiche.
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